Servono
presentazioni? Direi di no . . . basta guardare la foto!
Non sono una
grande amante dei dolci di carnevale, né sono esperta di fritti,
però non ho resistito al fascino del tradizionale dolce carnevalesco
e all'idea di dire "le ho fatte io"!!
Dopo aver deciso
di dedicare la domenica mattina al dolce fritto tutto cremoso, si è
posto il problema di quale ricetta seguire . . . blog vari, siti
golosissimi, libri e riviste a più non posso, tutti propongono la
ricetta apparentemente perfetta, ma quale scegliere? Quale sarà il
segreto per una frittella morbida nella consistenza, leggera
nell'impasto, gonfia al punto giusto e soprattutto cotta all'interno
e dorata all'esterno?!
Mi sembrava
impossibile riuscire a prendere una decisione, finché non mi è
capitata tra le mani una vecchia ricetta della Cameo, di quando
ancora si chiamava Cammeo
e non aveva inventato l'apposito preparato. Sarà il fascino del
vintage ma mi ha conquistata e devo dire che il risultato è stato
oltre le aspettative. Innanzitutto ho scoperto di saper/riuscire a
friggere anche dei dolci, poi ho messo a punto una versione che
secondo me è molto molto vicina alla perfezione.
Ecco allora che,
insieme alle doverose foto dell'opuscolo originale (perdonate il riflesso), riporto
rispettosa la ricetta con le mie varianti tra parentesi.
Ingredienti (per
circa 55 frittelle di 3 cm di diametro)
- 1/4 litro
d'acqua
- 50 gr di burro
- 1 presa di sale
- 150 gr di farina
- 50 gr di frumina
- 50 gr di
zucchero
- 1 bustina di
zucchero vanillinato (io non l'ho messo ma ci sarebbe stato bene)
- 1 fialetta di
aroma di limone (sostituita con la buccia grattugiata di mezzo limone
+ di mezza arancia)
- 3-4 uova (io 6
medie)
- 1 cucchiaino da
tè raso di lievito
- 100 gr di uvetta
lavata ed asciugata (io molta meno perché le ho fatte quasi tutte al
naturale)
- zucchero a velo
- olio per
friggere (in casa mia si usa da sempre l'olio e.v.o. per qualsiasi
cosa, anche per friggere. Questa volta, però, ho pensato avrebbe
lasciato un sapore di "oliva" eccessivo ed ho optato per
l'olio di arachidi che ha un punto di fumo comunque alto).
Pesare e misurare
precisamente gli ingredienti indicati. Setacciare la farina con la
frumina. Portare acqua, burro e sale ad ebollizione, preferibilmente
in una pentola a manico lungo, quindi versarvi tutta in una volta la
miscela farina + frumina.
Mescolare il tutto
sino ad ottenere una palla compatta e quindi riscaldare nuovamente
per un minuto circa, sempre mescolando.
Mettere subito la
palla ancora calda in una terrina ed aggiungere zucchero, zucchero
vanillinato, aroma e le uova, uno alla volta.
Cessare l'aggiunta
delle uova quando la pasta assume un aspetto di forte lucentezza e
cade pesantemente dal cucchiaio formando lunghe punte (come
correttamente mostra la sciura Cammeo!!).
Per ultimo
incorporare il lievito e l'uvetta all'impasto raffreddato.
Riscaldare in una
padella, meglio se di ferro, tanto olio che le frittelle vi possano
galleggiare. Per una perfetta riuscita delle frittelle, è importante
che l'olio abbia la giusta temperatura. Se l'olio è troppo caldo, i
dolci si colorano troppo in fretta, non lievitano e rimangono
internamente crudi. Se invece l'olio è troppo freddo, i dolci ne
assorbono troppo. Per stabilire il giusto grado di calore dell'olio,
si immerge un bastoncino o il manico di un cucchiaio nell'olio
stesso. Se intorno ad esso si formano delle bollicine, è il momento
di immergere l'impasto (funziona!). Le frittelle si formano con
l'aiuto di due cucchiaini da tè. È consigliabile non farle più
grandi per non compromettere la loro perfetta riuscita. Prima di ogni
nuova aggiunta di impasto, si ricontrolla la temperatura dell'olio
così come sopra descritto. Per evitare che l'olio si raffreddi tanto
da formare la schiuma, non si devono friggere troppe frittelle in una
sola volta (io max 5). La schiuma molto forte potrebbe rompere questi
dolci delicati. Nel caso di formazione di schiuma bisogna dunque
riportare l'olio alla giusta temperatura (previa rimozione della
schiuma con la schiumarola, o no?! Bah).
Le frittelle
pronte si mettono sopra un setaccio o una graticola per sgocciolarle
(io su un vassoio coperto di carta assorbente), e si cospargono poi
di zucchero a velo.
Ora i miei
suggerimenti:
- durante la
frittura si noteranno tre fasi: dopo averla fatta scivolare nell'olio,
la frittella si gonfia lentamente (prima fase), poi si gira da sola
sempre galleggiando (seconda fase) e così rimane per qualche minuto
sinché non si nota (terza fase) una nuova crescita che spacca la
superficie della pallina formando una specie di cicatrice . . . a
questo punto, magari girandole con la schiumarola, si lasciano dorare
ancora un paio di minuti e poi si possono togliere. Non so se sia
giusto, ma così sono risultate perfettamente cotte all'interno;
- dopo averle
fritte tutte, ho preso una tasca da pasticcere con bocchetta liscia
di 8 mm e le ho farcite con una semplice crema pasticcera
(precedentemente preparata e lasciata raffreddare). Solo dopo le ho
innevate di zucchero a velo e sistemate su un vassoio;
- l'unica modifica
che consiglierei sarebbe sulla dose di zucchero: l'impasto è
perfetto così se poi si abbonda di zucchero a velo, altrimenti
consiglio di aggiungere mezzo cucchiaio di semolato nella pastella.
Mi sarebbe
piaciuto sapere se e quanto si conservino dopo averle preparate ma
non è stato possibile . . . sono state spazzolate in poco,
pochissimo tempo!
Giulia V.